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La Storia

Gruppo forlivese che costituisce un caso particolare nel panorama dei gruppi dei settanta.

La primissima formazione risale al 1969 ed è composta tre ragazzi giovanissimi, Luciano Galli alla chitarra, Stefano Stefanetti al basso e Mauro Mariani detto Gazosa alla batteria. Il gruppo debutta nel 1969 con il nome “Jimmy Session ad un festival per gruppi emergenti organizzato nell’ambito della Settimana Cesenate arrivando secondo. La seconda esibizione fu al teatro Odeon di Forlimpopoli con l’aggiunta del fratello di Luciano Galli al canto. Successivamente Luciano Galli e Stefano Stefanetti furono sostituiti da Daniele Paci e Eolo Gramellini e il gruppo si esibì al ristorante la Pavona di Premilcuore. Nell’inverno 1970 - 1971 il complesso trova un certo assestamento con il ritorno di Galli e Stefanetti e l’ingresso alla seconda chitarra di Claudio Molinari. Nel 1971 Luciano Galli viene sostituito da Giuseppe Ciccotelli al quale l’anno successivo subentra Arnaldo Buscherini e si aggiunge Roberto Ravaioli detto Roro all’organo. Il repertorio del gruppo è improntato al rock e al rock blues con brani fra gli altri dei Cream e dei Ten Years After e con qualche concessione ad un genere più leggero con brani di Battisti e altri. Fra il 1972 e il 1973 il gruppo si scioglie in quanto quasi tutti i suoi membri partono per il servizio militare. In questi anni i nomi adottati sono diversi. Fra questi Ibis e “Joe Gazosa e le sue bibite”. Durante gli anni 70 Mariani, Buscherini e Stefanetti affittano una casa a Pian di Spino sopra a Meldola dove si ritrovano per suonare fino a quando non subiscono il furto degli strumenti. Nel 1981 con l’apertura del Centro Musicale di Via Dragoni il complesso si riforma.. Questa formazione è composta oltre che da Mariani e Buscherini dal redivivo Giuseppe Ciccotelli alla seconda chitarra e da Claudio Molinari in veste di bassista. Il gruppo si ritrova per alcune esibizioni con il nome “Joe, Gazosa Buscherini e Molinari”.

I quattro musicisti prendono in affitto una casa a Vecchiazzano per le prove e tra le altre cose incidono su un registratore Revox diverse loro composizioni originali. Nel 1982 i quattro assumono definitivamente il nome Gazosa mutuato dal soprannome del batterista Mauro Mariani ed iniziano una discreta attività nel circuito romagnolo e soprattutto nei festival dell’Unità. In questo periodo il complesso prova per un periodo con l’allora campione del mondo di motociclismo Marco Lucchinelli una canzone da presentare al programma televisivo Blitz condotto da Gianni Minà. Il progetto però sfuma a causa di difficoltà burocratiche. Nello stesso anno Ciccottelli esce dal gruppo ed entra il tastierista Paolo Toschi. Nel 1984 i Gazosa partecipano al Premio Rino Gaetano al Palalido di Milano. Nel 1987 la band dirada progressivamente la propria attività per poi interromperla del tutto verso l’inizio degli anni novanta. Nel 2002 decidono di riformarsi e di riprendere l’attività live. Della formazione originale oggi sono presenti Mariani e Buscherini ai quali si affiancano Cesare Fantuzzi al basso e Riccardo Mattarelli di Cesena alle tastiere.

Mauro Mariani

Mauro Mariani
Gazosa

Mauro Mariani detto “Gazosa” è nato a Forlì nel 1953. Comincia giovanissimo a suonare la batteria e poi nel 1969 forma il primo gruppo i JIMMY SESSION. Il gruppo va avanti con alcuni cambi di formazione fino al 1972 cambiando spesso nome. Fra i nomi usati IBIS e JOE GAZOSA E LE SUE BIBITE. Nel 1972 molti dei componenti partono per il servizio militare e il gruppo si sfalda. Successivamente entra negli UOMO MACCHINA e vi rimane per un breve periodo. Suona poi sporadicamente in diverse formazioni per poi riformare nel 1981 il vecchio gruppo con il nome GAZOSA mutuato dal suo soprannome. Nel 1984 i Gazosa partecipano al premio Rino Gaetano e dal 1987 cominciano a diradare le proprie esibizioni fino a sospenderle del tutto nei primi anni 90. Durante tutti gli anni 80 i Gazosa hanno composto brani originali alternati nei concerti alle consuete cover. Dal 2002 il gruppo sempre con la presenza di Mariani è di nuovo attivo soprattutto nel circuito forlivese e romagnolo. Mauro Mariani ha sempre suonato esclusivamente per passione svolgendo contemporaneamente un altro lavoro. E’ da moltissimo tempo fra i proprietari e i gestori del Hotel Vittorino a Forlì.

Arnaldo Buscherini

Arnaldo Buscherini
Busca

Arnaldo Buscherini è nato a Forlì. Originario di Ca’Ossi comincia a suonare la chitarra insieme a Angelo Fregnani chitarrista di Ca’ossi suo coetaneo. All’inizio degli anni settanta sostituisce Giuseppe Ciccottelli nel gruppo di Mauro Mariani. Quando il gruppo si scioglie entra anche lui negli UOMO MACCHINA. Successivamente suona per un lungo periodo con l’orchestra di Enzo Poggi e poi entra ne LE SCARPE ROTTE trasformatisi successivamente in QUINTILIANO 40. Esce dal gruppo nel 1976 in seguito alla morte del fratello Otello pilota motociclistico per occuparsi del negozio da questi gestito (Buscherini moto). Nel 1981 è anche lui protagonista della rinascita dei GAZOSA di cui è tuttora il chitarrista.

Claudio Molinari

Claudio Molinari

Claudio Molinari è nato a Bertinoro nel 1952. Ancora bambino si trasferisce nel quartiere Ospedaletto dove frequentando la Taverna Verde ha modo di assistere alle esibizioni di un gran numero di artisti di fama nazionale. Questa esperienza contribuisce a trasformare la sua attrazione verso la musica in una vera e propria passione. Verso i quattordici quindici anni acquista per corrispondenza la sua prima chitarra rinunciando per mesi alla “paghetta” settimanale. Impara a suonare da autodidatta insieme ad alcuni coetanei. Frequentatore di tutti i locali del beat forlivese, assiste alle esibizioni di tutti i gruppi della zona di Forlì. Dopo aver lasciato la scuola inizia a lavorare come operaio. Nel 1974 comincia a suonare con il gruppo di Santa Sofia VISIONE NOTTURNA che si trasformerà in orchestra folk mutando il nome in “Visione Romagnola”. Negli anni 1970 e 1971 entra nel gruppo di Mauro Mariani che negli anni 80 prenderà il nome di GAZOSA. Dopo il servizio militare svolto nel 1973 suonerà fino ai giorni nostri in numerose orchestre romagnole portando avanti contemporaneamente altri progetti musicali e continuando a svolgere altri lavori.

Cesare Fantuzzi

Cesare Fantuzzi
Fuzz

Cesare Fantuzzi detto Fuzz è nato a Forlì il 3 maggio 1949. Comincia a suonare la tromba a tredici anni nella Banda Città di Forlì. L’anno successivo abbandonata la tromba entra come bassista ne I TRASFORMISTI complessino beat di coetanei del suo stesso quartiere. Nel 1968 lascia i Trasformisti per entrare nei NOMADI 66 complesso di Mauro Neri e Paolo Sanchini con un repertorio rithm’nblues.

Nel 1969 entra nel complesso che accompagna ARMANDO SAVINI con il quale resta fino al 1971, lavorando anche in sala d’incisione. Nello stesso periodo si iscrive al Conservatorio G. Rossini di Pesaro dove studierà contrabasso per cinque anni senza però diplomarsi. Successivamente suonerà con NINO FERRER, LARA SAIN PAUL e ROSANNA FRATELLO. Negli ultimi mesi del 1972 entrerà nell’ultima formazione dei LORENZ con i quali resterà fino alla fine dell’anno. Nel 1974 si sposa e inizia a lavorare nelle scuole medie e medie superiori come collaboratore scolastico attività che svolge tuttora. Non ha mai smesso di suonare e ha suonato, compatibilmente col suo nuovo lavoro, in moltissime orchestre fra le quali citiamo quelle di SILVANO PRATI, IVANO NICOLUCCI e WALTER RANIERI. Oggi continua a suonare a livello amatoriale in varie situazioni ed in particolare con I GAZOSA.

INTERVISTA:

Come hai cominciato ?

Io sono rimasto orfano che ero molto piccolo e più avanti mia madre si unì con uomo che poi avrebbe sposato, anche lui vedovo che aveva due figli. Uno di questi due ragazzi aveva cominciato a suonare la tromba o meglio, per essere più precisi, la cornetta in si bemolle. Andò a lezione per circa un mesetto e poi smise e ci ritrovammo questa tromba in casa inutilizzata. Io avevo circa tredici anni e avevo dentro di me un gran bisogno di trovare una strada che mi permettesse di esprimermi e così decisi di cominciare a suonare la tromba. Mi informai su quale fosse il modo migliore per imparare a suonare per chi aveva scarse possibilità economiche come me. Fu così che cominciai a studiare presso la Banda Città di Forlì che allora forniva lezioni gratuitamente ai ragazzi che volevano imparare a suonare. La sede della banda era presso la chiesa di San Domenico in piazza del Vescovo. Presi le mie prime lezioni di Solfeggio dal maestro Andreolo. Con me a studiare tromba c’erano fra gli altri Oscar il barbiere che era molto più grande di me e avrà avuto almeno vent’anni e Foscolo Forgagni di Predappio che ha suonato per anni in molte orchestre. Dopo un anno circa che studiavo la tromba successe che alcuni ragazzi un po’ più grandi di me che abitavano anche loro nelle case popolari a Cà Ossi e che mi avevano visto passare tante volte in bicicletta con la custodia dello strumento, mi fermarono e mi chiesero se ero disposto a suonare con loro in un gruppo come bassista e io accettai ma dissi loro che il basso non lo avevo e loro mi risposero che non era un problema. Mi diedero una chitarrina a cui io tolsi il mi cantino e il si e all’inizio come basso usai quella. Ricordo che all’inizio dovevo fare tutto di nascosto perché i miei non volevano che suonassi in quanto chi suonava, soprattutto nei complessini beat, era considerato un poco di buono. Ci trovavamo ad ascoltare musica e a provare nella cantina di uno di loro Secondo Torelli detto Poci che era il cantante del gruppo. Gli altri componenti erano Fausto Zamagna alla batteria e Renato Versari alla chitarra. Dovendo sceglierci un nome decidemmo di chiamarci I TRASFORMISTI. Doveva essere più o meno il 1964 ed erano appena venuti fuori i Beatles. Noi ascoltavamo un sacco di musica ed eravamo attentissimi a tutte le cose nuove che uscivano. Avevamo tappezzato tutta la cantina con foto, manifesti e copertine di dischi. Nei primi tempi eravamo completamente sprovvisti di strumenti elettrici e di amplificazione e provavamo così. Renato Versari tirava giù le canzoni dai dischi e, per ogni canzone, tirava giù anche il giro del basso e me lo insegnava. La prima canzone che facemmo insieme fu “The house of rising sun” degli Animals. Dopo poco tempo che ero con i Trasformisti venni a sapere che un complesso di Forlì Le Anime Nere cercava un bassista perché quello che avevano faceva il rappresentante e non aveva più tempo per suonare. Io avevo appena comprato, facendo delle cambiali, il mio primo basso un Framus e un pomeriggio andai con questo basso in bicicletta a Porta Schiavonia dove il gruppo provava. Quando fui là provammo qualche pezzo fra i pochi che conoscevo. Quando finimmo, il bassista che doveva andare via mi disse che non andavo bene, mi chiese se il basso era il mio e alla mia risposta affermativa commentò che era un peccato che il basso fosse il mio perché secondo lui io ero negato per suonare. Feci tutto il tragitto da Porta Schiavonia a Cà Ossi in bicicletta con i goccioloni ripetendo fra me : “ Te lo farò vedere io se sono adatto per suonare”. Questo episodio è stato molto importante perché questo giudizio così negativo ha fatto scattare in me la molla della sfida e mi ha dato una grossa spinta.

I pezzi da fare erano decisi soprattutto da Poci che essendo il cantante era quello che dava un po’ la direzione musicale al gruppo. Facevamo pezzi dei Beatles, di Little Richard, Tom Jones, Bob Dylan, Jonan Baez e in seguito moltissimi pezzi di Jimi Hendrix che a noi piaceva molto. La nostra prima serata fu l’ultimo dell’anno del 64 a Polenta e ce la procurò l’impresario Manaresi. Ricordo che c’era una gran neve ed era un gran freddo. Appena attaccammo il primo pezzo la gente cominciò ad urlare : “ Valzer ! Valzer!”. C’era Renato Versari che sapeva fare un unico pezzo a tempo di valzer: “Il tema di Lara” dalla colonna sonora del film “Il dottor Zivago”. Avremo ripetuto quel pezzo almeno venti volte. Qualche tempo dopo per un paio di mesi presi lezioni di basso da Sbranco che considero tuttora molto importante per la musica forlivese perché ha insegnato qualcosa a tutti noi.

Dopo un po’ si aggiunse a questa formazione Sauro Sali all’organo.

Nel 1966 Renato Versari fu sostituito da Angelo Fregnani anche lui di Ca’ Ossi e poi arrivò Maurizio Amadori alla batteria al posto di Fausto Zamagna. Ricordo che Angelo Fregnani era già un chitarrista molto bravo e che con questa formazione facevamo molti pezzi degli Yarbirds. Suonavamo spesso nei circoli come lo Chariot, il Savioli, il Treves, il Medusa a Meldola, il Piano di Sarsina dove suonavano anche gli altri gruppi giovanili. Partecipammo anche a una selezione provinciale del Torneo Davoli al Teatro Astra e ricordo che arrivarono primi i Cliffters e noi arrivammo secondi. Non partecipammo più a manifestazioni di quel tipo perché eravamo convinti di essere stati fregati. Nel 1968 lasciai il gruppo che poco dopo si sciolse. L’esperienza con i Trasformisti è stata per me importantissima per il mio percorso umano e musicale proprio per il fatto che ho cominciato a suonare con altri ragazzi che avevano una storia simile alla mia condividendo con loro questo bisogno di esprimermi attraverso la musica. Mi costò molto lasciare il gruppo anche perché eravamo molto amici e sapevo che sarei stato criticato per questo, ma avevo quasi diciotto anni e lo feci perché avevo bisogno di guadagnare di più. Quell’anno avevo preso l’abitudine di andare al pomeriggio quando non avevo niente da fare nel negozio di strumenti musicali di Mauro Neri in via Allegretti come facevano molti altri ragazzi che suonavano. Stavamo lì ad ascoltare musica e a suonare; per esempio Mauro improvvisava al pianoforte ed io gli andavo dietro con il basso. Un giorno Mauro mi chiese di entrare nei NOMADI 66 e ioaccettai. Quando entrai io il gruppo oltre che da me e da Mauro Neri era formato da Paolo Sanchini di Predappio al sassofono, Foscolo Forgagni anche lui di Predappio alla tromba, Ivo Ricci al clarinetto che c’è stato poco, Giovanni alla chitarra, un certo Claudio di Fusignano alle tastiere, Paolo alla batteria, Ivano Gori alla voce. Con i Nomadi 66 si faceva molto rithm’n blues e ricordo che i pezzi di Otis Redding li cantava Paolo il batterista. Suonavamo in locali di un certo livello e ci divertivamo. Dopo Giovanni alla chitarra ci fu Flavio Fiorini che suonava anche sax e clarinetto e che negli ultimi tempi per un breve periodo fu affiancato da Scopa. Al canto si alternarono diverse donne ; l’unica di cui ricordo il nome si chiamava Gordana.

Con i Nomadi 66 ci capitò un incidente stradale abbastanza serio. Eravamo stati a fare le prove a casa di Paolo a Predappio e al ritorno decidemmo di andare a mangiarci una pizza. Avevamo un pulmino Wolksvaghen che era di proprietà di Paolo Sanchini e alcuni di noi erano dietro con gli strumenti. I danni maggiori li subirono quelli che erano davanti : Fiorenzo, un mio amico che ci aveva accompagnato fu ricoverato d’urgenza all’ospedale, a Foscolo dovettero rifare il setto nasale e Mauro fu ingessato. Dopo l’incidente ci furono dei problemi fra Mauro che guidava il pulmino e Sanchini che era il proprietario del mezzo e il gruppo si sciolse. Dopo lo scioglimento io, Claudio, Flavio, Paolo e Mauro facemmo una stagione al mare facendo il fisso. Suonavamo cioè nello stesso posto per un mese. Suonammo fra l’altro all’Arlecchino di San Mauro Mare, al Club 2 di Igea Marina. Poi io nel 69 andai via e loro continuarono per un breve periodo con il nome di Kracatoa.

Dopo i Nomadi 66 possiamo dire che il tuo ruolo di musicista professionista è andato delineandosi e consolidandosi sempre di più. Ci puoi raccontare come è proseguita la tua storia musicale ?

Io tramite Piero Brasini di Forlì conobbi ARMANDO SAVINI ed entrai nel gruppo che lo accompagnava nelle sue serate. Con Armando Savini mi trovai a suonare con musicisti molto più bravi di me ai quali devo moltissimo perché è con loro e grazie a loro che ho imparato un po’ a suonare e ho messo su una certa grinta. In quello stesso periodo mi sono iscritto al Conservatorio G. Rossini di Pesaro e ho studiato contrabbasso per cinque anni senza però diplomarmi. Il gruppo era formato da Piero Brasini alla chitarra, da Beppe Leoncini di Rocca San Casciano alla batteria e da Umberto Tognon un eccezionale tastierista di Padova. Quando cominciai io loro stavano già provando al Daino Club di Taglio di Po ed io li raggiunsi là con la mia macchina. Stemmo là due mesi circa a provare. Si partiva alla mattina alle otto e si provava fino a ora di pranzo e poi al pomeriggio di nuovo a provare fino alla sera. Questo dal lunedì mattina fino al sabato mattina compreso. Eravamo naturalmente stipendiati e ci veniva passato vitto e alloggio.

All’inizio fu molto dura perché io ero ancora piuttosto scarso e loro erano bravissimi. Mi hanno detto poi che Umberto Tognon quando arrivai disse con Savini : “ Ma chi ci hai mandato ? ” Tognon era incredibile : in viaggio per stare in esercizio suonava la fisarmonica, tirava giù i pezzi dai dischi senza lo strumento ma solo con un foglio e una penna, era in grado di tirare giù tutti gli accordi, il giro di basso e la parte della batteria e tutto senza conoscere una nota musicale. E’ stato praticamente lui a insegnare a suonare la batteria a Beppe Leoncini. Bastava fargli sentire un pezzo ed era in grado di suonarlo immediatamente. Dopo poco Piero Brasini fu sostituito dal milanese Giorgio Logiri che è un ottimo chitarrista e direttore d’orchestra. Era il periodo che Armando aveva appena inciso “Balla Balla Ballerina” che presentò al Disco per l’Estate. Savini nelle sue serate presentava tutti i suoi pezzi più cose di altri sempre sul genere melodico. Noi avevamo un’anima più rocchettara e ogni tanto doveva farci segno di andare giù un po’ più tranquilli. Poi nel settanta incidemmo “Buttala a mare” che Armando portò al Cantagiro.


Dopo il Cantagiro andammo a fare una tournee in meridione. A questo proposito ricordo un episodio drammatico, per fortuna conclusosi con un lieto fine. Per un lungo periodo prendemmo in affitto un appartamento a Casagiove vicino a Caserta che ci faceva da base per mesi interi. L’appartamento era situato in un condominio che era in un quartiere vicino alla Reggia di Caserta dietro all’Ospedale Militare. Quando eravamo lì mettevamo il pulmino con la strumentazione nel seminterrato del condominio. Una mattina l’autista, un ragazzo di Ferrara, ci svegliò urlando come un ossesso che ci avevano fregato il pulmino con tutti gli strumenti. Umberto Tognon aveva appena acquistato un Hammond C3 nuovo. Io avevo un basso Fender Jazz nuovissimo. Tutta la strumentazione era di prim’ordine e ovviamente molto costosa. Il pullman lo trovammo subito il giorno dopo in campagna a Fratta Maggiore ma della strumentazione non c’era traccia. La notizia arrivò sui giornali e anche al telegiornale. L’impresario ci fece avere una strumentazione di fortuna per potere continuare la tournee. Dopo qualche giorno venne all’appartamento un tipo che ci disse che sapeva dove era la strumentazione e ci chiese trecentocinquantamila lire che noi gli demmo ma gli strumenti non saltarono fuori. I carabinieri del luogo vennero a saperlo, ci chiamarono in caserma e ci rimproverarono aspramente. In seguito andammo a Forcella dove c’era un gran commercio di cose “usate” e anche lì ci fregarono dei soldi. Eravamo veramente disperati al punto che io che non sono mai stato credente entrai in una chiesa per pregare. Il giorno dopo ci chiamarono i Carabinieri e ci mostrarono tutti i nostri strumenti. Erano stati intercettati in autostrada a un posto di blocco mentre con un furgone li stavano portando verso Roma.

Con Savini quando andavamo a Milano ad incidere suonavamo anche per dischi di altri cantanti. Facemmo molte tournee e suonammo anche in molti locali importanti come la Bussola di Viareggio. Nell’ultimo periodo suonammo soprattutto in meridione. Molte volte facevamo due concerti nella stessa sera ovviamente con due amplificazioni diverse. Restai con Savini un paio d’anni poi nel 1971 suonai per circa quattro mesi con NINO FERRER , nel 1972 con LARA SAINT PAUL e con ROSANNA FRATELLO. Negli ultimi tempi con Savini e dopo con questi altri cantanti i musicisti cambiavano molto spesso e ho suonato con tantissima gente diversa. Nel 1972 sono tornato a a Forlì e ho suonato per alcuni mesi con l’ultima formazione dei LORENZ che era formata da Vittorio Benini al sax, Alberto Malaguti alla chitarra e alla voce, Franco Pippi alla batteria e Alberto Pippi alle tastiere ai quali ci aggiungemmo io al basso e Angelo Fregnani alla chitarra. Suonammo a Bologna, a Modena e a Forlì al Ciaika. Con i Lorenz facevamo un repertorio vario : rock con molte cose dei Deep Purple, Pezzi di Louis Armstrong e di King Curtis, pezzi di cantautori come Luigi Tenco e i pezzi del momento come “Questo piccolo grande amore” che venne fuori proprio alla fine del 1972. Per andare a suonare partivamo dal bar di Ezio conosciuto anche come Bar del Campo Sportivo in viale Spazzoli con una 138 blu. Feci l’ultima data con loro l’ultimo dell’anno del 1972 a ST. Moritz in Svizzera all’Hotel Palace. Ricordo che partimmo un giorno prima per assistere al Palazzetto dello Sport di Bologna la sera del 30 dicembre al concerto dei Gentle Giant a cui facevano da supporter gli Area. Vittorio Benini in particolare era un patito dei Gentle Giant. I Gentle Giant piacevano molto anche a me, possedevano una gran tecnica sullo strumento e avevano questi straordinari impasti vocali che ricordavano i canoni medievali.

Nel 1973 ho deciso di smettere perché non reggevo più i ritmi di quel tipo di vita e anche perché mi sembrava impensabile mettere su famiglia facendo un mestiere del genere. Nel 1974 mi sono sposato e in quello stesso periodo ho cominciato a fare il bidello. Non ho mai smesso di suonare ma ho sempre cercato di prendere impegni brevi e che fossero compatibili con la mia vita lavorativa e famigliare. Quando vedevo che la cosa si faceva troppo impegnativa troncavo e ricominciavo da un’altra parte. Ho suonato con molte orchestre, con SILVANO PRATI, con IVANO NICOLUCCI, con WALTER RANIERI di Bologna, con FANTINI di CESENA e con moltissimi altri. Per me la musica è stata ed è importantissima. Ha significato molto nella mia vita e continua ad occupare un posto fondamentale. Io oggi suono soprattutto per me stesso ma se riesco a suscitare emozioni in qualcuno ne sono molto felice. Non credo più che tutto debba essere perfetto e senza sbavature; amo molto l’improvvisazione perché è come girare per la prima volta in una città sconosciuta : è tutto una scoperta e non sai mai cosa trovi dietro l’angolo.

Oggi continuo a fare il bidello nelle scuole superiori e devo dire che è un mestiere che mi piace molto perché con i ragazzi sto molto bene ed è un’esperienza molto positiva. Nel contempo continuo a suonare in diverse situazioni ed in particolare con I GAZOSA.

Riccardo Mattarelli

Riccardo Mattarelli
Sting

Figlio d'arte di Renato Mattarelli (esperto pianista jazz) è da sempre appassionato di musica e ne ha costituito uno dei suoi hobby preferiti. Inizia come tanti a suonare la chitarra con le canzoni di battisti e fin da ragazzino canta con gli amici nelle feste. Autodidatta per quanto riguarda il pianoforte, partecipa nel 1983/'84/'85 come compositore/cantante alle edizioni del festival E' Campanon al teatro Bonci di Cesena. Dal 1988 fino al 2001 si ritrova con tanti amici (nelle tante esperienze musicali nel corso degli anni) al Nico Fan Club di Paride Turci (grande estimatore dei New Trolls), che incontrano organizzando due concerti (nel 1991 a Cesena e nel 2001 al Naima di Forlì). Alla fine del 2001 ritrova Mauro Mariani e..... ricomincia l'avventura dei Gazosa.